domenica 7 agosto 2022

Il Fondo Verri per il Festival La Notte della Taranta

 


Questa sera, domenica 7 agosto 2022, per il Festival La Notte della Taranta, a Sogliano Cavour, il concerto-recital "Fate solo ciò che vi incanta" dedicato alla parola poetica di Antonio L. Verri.
Antonio Leonardo Verri, si è sempre confrontato con il Tempo, chiaro nel raccontare, nel descrivere e nel definire l’origine del suo sentire e del suo agire poetico e insieme capace di presagire e prefigurare il Futuro. Le parole e la lingua il luogo del suo continuo cercare, del suo con-fondere con il suono, il “senso”, ogni significato, ogni possibilità narrativa. Se le faceva suonare in testa le parole Verri prima di scriverle, ne saggiava la musicalità, se le ripeteva, le accordava con il respiro, con il battere del cuore e con il vento. Aveva un amore americano Verri: John Cage e molti amici musicisti con cui confrontarsi, lo faceva stando in ascolto del silenzio.
Il recital concerta testi tratti da: “Il pane sotto la neve”, “Bucherer l’orologiaio”, “I trofei della città di Guisnes”, “Il Fabbricante d’Armonia”, una coralità di voci recitate dagli attori G. Piero Rapanà, Simone Franco, e cantate da Daria Falco accompagnata dalla fisarmonica di Bruno Galeone, da Emanuele Coluccia al pianoforte e al sax e da Vincenzo Grasso al clarinetto e alle percussioni Davide Chiarelli

giovedì 21 luglio 2022

"Qui se mai verrai" dieci recital per la grande magnolia del Conservatorio Sant'Anna


 

“Qui se mai verrai, il Salento dei poeti”

Dieci recital dedicati alla poesia e alla terra salentina

 

“Accade, a volte, che una poesia rassomigli straordinariamente ad una terra. Che nelle sue parole si senta l’odore del basilico, si vedano colori di gerani, si accendono riflessi di orizzonte, rilucano increspature di mare. Accade che i segni di inchiostro diventino voci di uomini e donne, preghiere di vecchi e filastrocche di bambini, o che una frase stringa dentro un sibilo di vento, distese di grano e sapore di melagrane”.

Antonio Errico

Far conoscere e condividere la poesia è il compito che l’Associazione Culturale Fondo Verri si è data con il suo operare, un impegno che si rinnova con “Qui se mai verrai, il Salento dei poeti. Dieci recital dedicati alla poesia e alla terra salentina” omaggio alle voci di chi ha saputo interpretare l’intima natura dei luoghi nella sua autenticità, con le sue pietre, il mare, le strade di polvere, la particolarità della luce.

Il Fondo Verri, presidio del libro di Lecce, propone – nell’ambito delle iniziative promosse per l’estate 2022, dall’Amministrazione Comunale di Lecce – dieci serate di poesia e musica negli spazi del Conservatorio Sant’Anna, tra luglio e ottobre 2022. Un viaggio nella poesia del Novecento a cura dei poeti e dei musicisti della nostra contemporaneità.

Giovedì 14 luglio, alle ore 20.00, sotto la grande magnolia del Conservatorio Sant’Anna, a Lecce, in via Santa Maria del Paradiso, la presentazione della rassegna “Qui se mai verrai, il Salento dei poeti. Dieci recital dedicati alla poesia e alla terra salentina” alla presenza degli assessori Fabiana Cicirillo e Paolo Foresio. Nella serata gli interventi di Simone Giorgino e Mauro Marino, le letture di Gianni Minerva, Piero Rapanà, Simone Giorgino e Simone Franco, gli interventi musicali di Claudio Prima organetto, Redi Hasa violoncello, Daria Falco canti, Roberto Gagliardi sax.

Gli autori a cui “Qui se mai verrai...” restituisce la parola nei dieci incontri in cartellone sono: Vittorio Pagano per l’organetto di Claudio Prima e la voce di Simone Giorgino; Vittore Fiore per il flauto di Gian Luca Milanese e la voce di Simone Franco; Salvatore Toma per il sax di Roberto Gagliardi e la voce di Renato Grilli; Vittorio Bodini per la fisarmonica di Bruno Galeone e la voce di Piero G. Rapanà; Rina Durante per l’arpa di Giuliana De Donno e la voce di Angela De Gaetano; Ercole Ugo D’Andrea per il sax di Emanuele Coluccia e la voce di Gianni Minerva; Claudia Ruggeri per il violino di Isabella Benone e la voce di Claudia Di Palma; Girolamo Comi per il pianoforte di Giovanni Iorio e la voce di Lorenzo Paladini.

Si può viaggiare attraversando l’immateriale? Incrociare la traiettoria di una voce, di un sussurro? Camminare in punta di piedi su tracce d’inchiostro, osservare non visti il divenire di un rigo? Si può? Sì, si può! La scrittura è “cattura del soffio”, matrice che dà corpo e sostanza all’immaterialità. C’è un pensiero, un’idea e poi un movimento di mani, di corpo, di anima, di voce che mette le cose in vita.

Oggi più che mai, al di là di ogni idea superficialmente celebrativa, si sente il bisogno di ritornare sui loro versi e sui loro passi, di indugiare nei luoghi che sussurrarono alla poesia la traccia di una geografia ideale della Terra d'Otranto, della sua natura. I soffi del vento, il cicaleccio nell’arsura estiva, le solitudini, i clamori della festa, le paure, le lontananze, i rifugi domestici. Materia per una lingua che nel Novecento si è fortificata di esperienze che hanno valicato il soffoco della provincia e aperto orizzonti inimmaginabili a Lecce e al Salento oggi inscindibile dal suo portato culturale. Così appare agli occhi del viaggiatore il Salento: una terra fortemente poetica. Ognuno prova stupore se volge lo sguardo. Sente voci. Le molte voci che la poesia accoglie.

Le date degli incontri

Giovedì 21 luglio, Vittorio Pagano con Claudio Prima organetto, Simone Giorgino voce.

Giovedì 28 luglio, Vittore Fiore con Gian Luca Milanese flauto e Simone Franco voce.

Giovedì 4 agosto, Salvatore Toma con Roberto Gagliardi sax, Renato Grilli voce.

Giovedì 11 agosto, Vittorio Bodini con Bruno Galeone fisarmonica, Piero G. Rapanà voce.

Giovedì 8 settembre, Rina Durante con Giuliana De Donno arpa, Angela De Gaetano voce.

Giovedì 15 settembre, Ercole Ugo D’Andrea con Emanuele Coluccia sax, Gianni Minerva voce.

Giovedì 22 settembre, Claudia Ruggeri con Isabella Benone violino, Claudia Di Palma voce.

Giovedì 29 settembre, Girolamo Comi con Giovanni Iorio pianoforte, Lorenzo Paladini voce.

Sabato 8 ottobre il finale con “Fate solo quel che v’incanta” recital dedicato a Antonio L. Verri, in scena: Vincenzo Grasso clarinetti, Emanuele Coluccia pianoforte, Davide Chiarelli percussioni, Bruno Galeone fisarmonica, Daria Falco canti e le voci narranti di Simone Franco, Simone Giorgino e Piero Rapanà.

*  *  *

Organizzazione, curatela, consulenza letteraria: Mauro Marino, Piero G. Rapanà, Simone Giorgino

Tutti gli appuntamenti avranno inizio alle ore 20.30. Ingresso gratuito.

Per info fondoverri@tiscali.it
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venerdì 1 luglio 2022

La XVII edizione di Luoghi d'Allerta


 

LUOGHI D’ALLERTA XVII Edizione
visite e itinerari culturali e di spettacolo
a cura dell’Associazione Culturale Fondo Verri

 

Per raccontare di una terra dove, a volte, cade una neve farinosa, un gioco per bambini, di un Salento che innalza sulla sua pianura presuntuosi e strabilianti campanili, una terra di ragazze mulacchione, saracene, inesplose, per le quali, ogni amore, è sempre il primo amore. Una terra con un grosso respiro, un sibilo lungo che viene dai menhir, dai frontoni delle chiese, dalle torri, dal respiro del  mare, da quelle silenziose sentinelle del tempo travestite da alberi di ulivo”.

        Antonio Leonardo Verri

Al via la diciassettesima edizione di Luoghi d’Allerta, visite e itinerari di spettacolo a cura dell’Associazione Culturale Fondo Verri. Il primo appuntamento dell’edizione 2022, domenica 3 luglio, nel Centro Storico di Caprarica di Lecce.

Inizio delle visite ore 20.00

Tornano le visite e gli itinerari culturali e di spettacolo promossi dal Fondo Verri, con la diciassettesima edizione di “Luoghi d’Allerta”, festival diffuso di voci, di storie e di visioni. Luoghi d’Allerta intesse visite, piccole avventure, cammini fatti di parole, di visioni, di silenzi e di stupore. Un'esperienza di “itineranza” e di incontro tra artisti, pubblico e luoghi. Un atto di poesia che in questi anni ha chiamato i luoghi e chi li abita ad essere attori di un racconto in divenire, costruito camminando, attraversando borghi, tratti di costa, vecchie masserie, castelli e centri storici. Visite ed itinerari che hanno unito energie differenti e trasversali alla conoscenza, per celebrare il Salento, la sua particolarità, la sua bellezza, la sua storia.

La diciassettesima edizione visiterà il Centro Storico di Caprarica di Lecce; il Castello di Gallipoli; il Borgo Antico di Ugento; il Castello Medievale di Acquarica del Capo; il centro storico di Martano; il villaggio rupestre di Macurano ad Alessano; Villa Meridiana a Santa Maria di Leuca.

Il primo appuntamento della diciassettesima edizione dei “Luoghi d’allerta. Visite e itinerari culturali e di spettacolo” a cura del Fondo Verri, è domenica 3 luglio a Caprarica di Lecce, luogo natio di Antonio Leonardo Verri. Dopo un anno intenso e importante per la diffusione e la conoscenza della sua scrittura e del suo operare - con la mostra a lui dedicata e l’avvio della ristampa di tutti i suoi libri a cura di Kurumuny, in una collana curata da Simone Giorgino - un nuovo progetto ispirato dai versi verriani giunge al debutto in occasione del tradizionale appuntamento a Caprarica di Lecce con “Corti in tavola”. Domenica 3 luglio, a partire dalle 20.00, dopo la passeggiata tra le vie del borgo, in Piazza Castello, andrà in scena il concerto-recital “Fate solo quel che v’incanta” con Daria Falco tamburi e canti, Vincenzo Grasso clarinetti, Bruno Galeone fisarmonica, Davide Chiarelli percussioni, Emanuele Coluccia pianoforte, Simone Franco e Piero Rapanà voci recitanti.

Il concerto recital attraversa l’opera del poeta di Caprarica. Antonio Leonardo Verri, si è sempre confrontato con il Tempo, chiaro nel raccontare, nel descrivere e nel definire l’origine del suo sentire e del suo agire poetico e insieme capace di presagire e prefigurare il Futuro. Le parole e la lingua il luogo del suo continuo cercare, del suo con-fondere con il suono, il “senso”, ogni significato, ogni possibilità narrativa. Se le faceva suonare in testa le parole Verri prima di scriverle, ne saggiava la musicalità, se le ripeteva, le accordava con il respiro, con il battere del cuore e con il vento. Aveva un amore americano Verri: John Cage e molti amici musicisti con cui confrontarsi, lo faceva stando in ascolto del silenzio.

Venerdì 8 luglio, Gallipoli, Castello

Dopo la visita d’apertura della serata guidata dall’esperto di Storia Patria Maurizio Nocera e le narrazioni storiche di Piero Rapanà, la presentazione del libro di Aurora Quarta “Una città da difendere. Il castello di Gallipoli fra architettura militare e graffiti murali” edito da  Esperidi. Il volume è il risultato di un lungo lavoro di ricerca intrapreso nel 2015 con una tesi di Specializzazione in Rilievo e Analisi Tecnica dei Monumenti Antichi dal titolo “Il castello di Gallipoli: analisi storica e architettonica”. L'interesse sullo studio del castello, sempre maggiore, ha comportato la scelta di proseguire il percorso universitario con un progetto di ricerca per il Dottorato in Scienze del Patrimonio Culturale (Unisalento), di cui si pubblicano in questa occasione una parte dei risultati ottenuti. Si è scelto di esaminare uno degli edifici militari più rappresentativi del territorio salentino per una ragione concreta, ovvero la necessità di ottenere finalmente un quadro chiaro dell'evoluzione del sistema difensivo della città. Ricostruendo il quadro generale ed aggiornato su tale realtà gallipolina con uno studio storico-architettonico che in maniera diacronica copre l'arco temporale compreso tra il medioevo e l'età contemporanea, è possibile giungere anche a radicali riformulazioni interpretative di cui si avvertiva la mancanza all'interno dell'intero panorama della ricerca sulle fortificazioni salentine. A chiudere la serata il concerto “D’Accordo” con Bruno Galeone fisarmonica, Daria Falco tamburi e voce, Piero Rapanà voce recitante. D’Accordo, un viaggio cantato e musicato che spazia dal Messico arrivando a Cuba, toccando la Francia, proseguendo per la Romania e la Serbia, rientrando nel Sud Italia, per ripartire ancora e sempre in musica verso il meraviglioso viaggio della vita.

Venerdì 15 luglio, Ugento, Centro Storico

Guida la vista Angelo Minenna accompagnato dalle note di Roberto Gagliardi e Bruno Galeone, dai canti di Daria Falco e dai versi di Gianni Minerva. A seguire, nel Borgo Antico il concerto-recital “Qui se mai verrai… Il Salento dei poeti” con Claudio Prima, Rachele Andrioli, Redi Hasa e Piero Rapanà. Scrive Martina Gentile in una sua nota: “Qui, se mai verrai… e io ci sono andata a incontrare la poesia di quegli uomini e quelle donne che ho già ascoltato tante volte raccontare questa nostra terra, ma che suscitano in me sempre stupore. E sollievo, finalmente. L’irresistibile leggerezza di un verso che mi solleva, oltre tutto il disgusto, oltre tutta la rabbia, oltre tutto il disprezzo. Volo, finalmente. Nelle parole e nella musica che mi pervade e mi attraversa, che mi spacca il cuore e butta giù, a precipizio, dagli occhi una sola lacrima. In me riecheggiano i versi di Vittorio Bodini, Girolamo Comi, Ercole Ugo D’Andrea, Vittore Fiore, Vittorio Pagano, Antonio Verri, Salvatore Toma, di Rina Durante e Claudia Ruggeri, d’altri poeti di questo Sud, più a sud del Sud. E io, io che odio provincialismi e difese a oltranza di campanili insignificanti, mi sciolgo in questi tocchi di colore, in questi squarci che amo, in cui ritrovo la mia zolla di terra e il mondo che in essa giace, la mia dimensione, il mio orizzonte che diventa sconfinato nel mare che è confine sempre mobile, sempre più in là, sempre oltre”.

Venerdi 22 luglio, Acquarica del Capo, Castello Medioevale

Presentazione del libro “Cartolina dal Salento” di Cristina Carlà edito da Collettiva Edizioni. Scrive Gian Luca Palma in una nota: “I paesi son più belli,/ quando li vai a trovar / senza appuntamenti,/ una domenica mattina/ mentre si fan la barba/o sono ai fornelli./ Una sera qualunque/ quando sono in pigiama/ e senza trucco”. A seguire “Coro a Coro”, concerto polifonico guidato e orchestrato da Rachele Andrioli. “Coro a coro” è un progetto di musica popolare che nasce e cresce in un laboratorio pensato per sole donne di tutte le età che amano la musica e desiderano conoscerla più da vicino. Dice Andrioli: “In un’epoca buia, caratterizzata da campagne di odio, dalla costruzione del nemico e da rassegnazione e apatia, “Coro a coro” vuole essere un piccolo argine dove la musica costruisce ponti, accoglie, include, lenisce. “Coro a Coro” è un impasto al femminile di musica, cultura e svago”.

Venerdì 29 luglio, Martano, Centro Storico

L’appuntamento a Martano avrà come guida d’eccezione lo storico e architetto Mario Cazzato anima della storica libreria La Città del Sole di Lecce. A seguire in piazza Municipio il concerto-“FabulaMed. (dal sud dei sud)” con un ricco repertorio di danze francesi, bourrèe, mazurke, chappeloise, circoli, danze greche, albanesi, ebraiche, rom, portoghesi e della tradizione del sud Italia. In scena i musicisti Bruno Galeone fisarmonica, Alberto Modugno chitarre e tamburelli, Carlo Massarelli flauti, uilleann pipe, armonica, glockenspiel e toys, Davide Chiarelli batteria e percussioni, Daria Falco voce e tamburelli e Giovanni P. Rapanà voce recitante.

Venerdì 5 agosto, Alessano, Macurano - Villaggio Rupestre

In apertura di serata nei misteriosi spazi del Villaggio Rupreste di Macurano la presentazione del libro di poesia dell’attore Andrea Cramarossa, “Usme del paradiso”, Spagine-Fondo Verri edizioni. Scrive l’autore in una nota: “Ho sognato, in questo tempo speciale, di essere o di tornare ad essere un animale selvatico, uno di quelli dal pelo ispido, villoso e farfugliato sulla schiena, goffo, di quelli che vivono nell’umidità del sottobosco e che, spesso, si nascondono durante il giorno per andare a caccia di notte. Un animale dal pelo fulvo; oppure grigio a strisce nere; un animale con aculei sulla sua schiena e dal muso allungato e baffuto. Un animale grasso dalle zampe corte e dalle unghie lunghe. Un animale dagli occhi piccoli che non rinuncerebbe mai ad annusare quelle tracce olfattive che conducono al paradiso. Ho sognato di potermi nutrire di piante leggere e saporite, di squisite coccinelle e teste di granchio. Ho sognato di poter parlare col fiume e con la luna e di sentirmi libero dentro questa natura, imparando, così, a non averne più paura”. A seguire il concerto di “Valmelodi” con Meli Hajderaj voce, Gianluca Milanese flauto, Antonio Traldi pianoforte.

Venerdì 12 agosto, Santa Maria di Leuca, Villa Meridiana

In apertura di serata la presentazione di “Leucàsia” opera di Carlo Stasi. Un viaggio nel Salento alla scoperta di miti e luoghi leggenda. Sette racconti fantastici diventati già storia e legati indissolubilmente sia alla tradizione orale che alla ricerca letteraria. Leucàsia è la sirena che provocò la morte di Melisso e Aristula, da cui sono nati gli scogli di Punta Meliso e Ristola a Santa Maria di Leuca. Nella nuova edizione un eccezionale inedito: la leggenda delle Due Sorelle di Torre dell’Orso riletta e reinventata dall’autore. Nel libro anche un racconto storico ispirato ai Messapi, che vede come protagonista il fondatore della letteratura latina, Quinto Ennio, ospite nell’antica Cavallino. Nella serata le letture a voce alta di Piero Rapanà e i canti della chitarrista Chiara Papa in uno spettacolo che è una miscellanea di storie, personaggi, culture. Melodie e armonie appartenenti al repertorio della world music, rivisitate e reinterpretate attraverso voce e chitarra.

 

Per info. fondoverri@tiscali.it

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martedì 26 aprile 2022

I fatti veri di Dario Muci al Fondo Verri


 

DARIO MUCI

Fattu veru

Storie di rivolte salentine

 

Una presa di posizione forte e senza compromessi che unisce ricerca sul campo ed impegno sociale, dando vita ad un repertorio tradizionale ed originale, che apre uno “spaccato” sulla condizione dei contadini e operai, vittime oggi come ieri di grandi disparità sociali. Un repertorio rabbioso, a tratti ironico e dolce, che narra gli scenari sociali e politici in cui versa il nostro paese, in particolare il Sud, intrecciato a momenti storici significativi che hanno caratterizzato la vita di milioni di Italiani.

La Resistenza, L’eccidio di Parabita, la tragedia di San Donaci e Le occupazioni delle terre, l’Emigrazione, Il caporalato neritino, il Sud di ieri che somiglia al sud di oggi, immobile, inesorabilmente sempre uguale

 

Dario Muci

Cantante e musicista popolare salentino ma anche Produttore, Editore, Autore. Affianca alla sua attività concertistica anche un’appassionata e profonda ricerca sulle tradizioni orali. Discepolo del barbiere-musicista Luigi Stifani di Nardò “medico delle tarantate”, ha esordito nel mondo della musica popolare nel ‘97 col gruppo Dakkamè. Nel 2000 inizia la sua collaborazione con Officina Zoè e successivamente con Salentorkestra. Con la sua ricerca sulla tradizione, porta alla luce il repertorio polifonico delle “sorelle Gaballo” e un documentario su “Antonio Calsolaro” e la musica delle sale da barba (barberìa) nel Capo di Leuca. Ha preso parte alla realizzazione di diverse colonne sonore sia per film che per documentario. Al suo primo disco “Mandatari” (Anima Mundi 2007) seguono “Centueuna” – Salentorkestra (Anima Mundi 2008), “Canti polivocali del Salento Nardò/Arneo” – Sorelle Gaballo (Kurumuny 2009), “Sulu” (Anima Mundi/ Kurumuny 2011). Nel 2013, con Lupo Editore ha pubblicato “Rutulì – Barberia e canti del Salento”. Nell’aprile del 2016 pubblica per AnimaMundi Barberia e canti del Salento vol.2 dedicato alla musica delle sale da barba con un documentario allegato sul maestro Antonio Calsolaro, ultimo depositario nel Salento dell’antico repertorio di ballabili della Barberia. Ha fatto parte di progetti jazz, world ed elettronica collaborando con Paolo Fresu, Ernst Reijsenger, Raffaele Casarano, Marco Bardoscia, Justin Adams, Julde Camara, Tenores de Orosei, Mirko Signorile. Nel 2018 fonda con Enza Pagliara “Nauna Cantieri Musicali” e pubblica “Marea” e “I canti narrativi a Nardò”, secondo volume dedicato alla polifonia delle Sorellle Gaballo. Nel 2020 insieme ad Enza Pagliara, Emanuele Licci, Roberto Licci e Rina Santoro pubblica “Suddissimo”, l’omaggio a Matteo Salvatore e Adriana Doriani e nel 2021 produce l’album A te sarò per sempre di Miro Durante

 

 

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lunedì 25 aprile 2022

Il Balletto del Sud di Fredy Franzutti per e con Vittorio Bodini

 




Le parole ingombrano. Appaiono “sapute” a volte, invadenti, inopportune. Meglio far pausa dall’eccedenza, dare spazio agli occhi, all’ascolto; cosa meglio della danza allora? Meglio ancora, se la danza, celebra la poesia che alle parole dona libertà. I versi di Vittorio Bodini fanno tutt’uno con la terra, con la malìa salentina, col desiderio del “ritorno”, del rimorso, dello stupore e dello sbigottimento. “La Luna dei Borboni” è un canto dove c’è il sole, il tentativo dell’ombra e gli odori, gli odori, gli odori di uno sperato abbandono. Qui, la ferita della Storia brucia ancora, non c’è scampo e il silenzio non consola, con i grilli e le cicale a rimestare nell’animo. Solo la danza placa, allevia, sana, ma il più delle volte è illusione. Questo ho visto nelle coreografie di Fredy Franzutti.

La notte apre la scena, il respiro di un aria popolare trattenuta nel mantice della fisarmonica disegna la scena di un “Quarto Stato”, un coro-popolo viene avanti, compatto, in un ordine-disordine che libera e ricompone corpi, mani alla testa di galli e di galline, braccia volte al cielo nella speranza d’affidarsi a Dio. Come fare “in tutta questa pianura” dove “l’odore degli agrumi e il vento/ escludono ogni memoria?”. Andare! Cercare un altrove! Tentare il viaggio! Un migrare raccontano i danzatori del Balletto del Sud - un andarsene nel rimanere - consapevoli dell’“incantesimo” che detta le ore, segna il tempo e lo fa eterno.

Irresistibile la bellezza quando si svela nel tentativo dell’amore: il passo a due con la rosa è esemplare. Un corteggiamento tutto scritto nella corsa, nella meraviglia del salto - sfuggire per meglio accogliersi - non è questo il dettato della passione? Del cercarsi?

L’ho visto Bodini nel suo sconfinato cercare, a Sud ogni Sud; sul palco dell’Apollo, solo, con il suo “qui non vorrei vivere dove vivere/ mi tocca, mio paese/ così sgradito da doverti amare”, nel suo continuo accorgersi da poeta della poesia sottesa alla vita, nell’accadere quotidiano dove cose, persone, animali fanno tutt’uno.

Il corpo, nella danza, porta con sé e in sé tutti i corpi presenti all’atto. Così pare quando gli applausi sorgono spontanei dalla platea, trascinati, dal battere dei versi sulle tavole del palcoscenico, dettati dal divenire della luce, e t’accorgi che la fisarmonica parla, dialoga con la tromba, con la tuba tessendo le melodie di una sospensione dove il Barocco s’annulla e ogni finzione torna alla sua origine di tufo, di corpo nel respiro e nell’affanno. Una comunità riconosce, il suo passato (e forse, anche, il suo sperato presente): corpo sociale, politico materia della terra, del cielo, del desiderio e del sogno.

***

Per il Balletto del Sud, in “La luna dei Borboni”, coreografie di Fredy Franzutti. Musiche originali di Rocco Nigro (fisarmonica) e Giuseppe Spedicato (basso tuba e basso elettrico) eseguite dagli autori in scena con Giorgio Distante (Tromba). Disegno luci di Piero Calò. Visto, Domenica 24 aprile '22, al Teatro Apollo di Lecce.

 


mercoledì 20 aprile 2022

Il posto di dio di Loredana De Vitis al Fondo Verri




Giovedì 21 aprile 2022, alle 19.00 al Fondo Verri, l'incontro con Loredana De Vitis.

Lecce, fine anni Ottanta. Per Marta è tempo di cresima e di dubbi esistenziali. Mentre ne parla con la sua amica Lucia durante le prove del coro nella parrocchia di San Paolo, una vecchia statua di Gesù crocifisso perde un piede. È un segno? Marta se lo chiede osservando la giostra di eventi che, da quel momento, comincia il suo giro. Ci salgono le persone che le sono più vicine: la zia Roberta, con cui è cresciuta fin da piccolissima, orfana dei suoi; la vicina di casa Olga, che vorrebbe come madrina, e il marito Giuseppe; il suo ragazzo Riccardo, principale causa di quei dubbi; assieme a una piccola folla di altri personaggi che s’affacciano man mano nella storia. Tra bugie, sotterfugi, confessioni ed epifanie, Marta troverà la strada prima di tutto per non tradire se stessa.

Il romanzo
La storia narrata ne “il posto di dio” è ambientata in una città ispirata a un sud e a una Lecce insoliti, fuori da ogni stereotipo, né turistici né noir, ma popolati da persone normali. Ci vuole un gran coraggio per descrivere la normalità, e l’autrice lo fa con la sua penna pungente e ironica e con la sua voce sempre riconoscibile. “Il posto di dio” coincide con il viaggio esistenziale di Marta, la protagonista, una giovane donna e un avamposto per scoprire con occhi nuovi ambientazioni, dettagli, dinamiche sociali. Attraverso Marta, l’autrice racconta donne che parlano il linguaggio diretto della normalità, nominandola senza finzione: pene, verginità, aborto. E uomini alle prese con le proprie debolezze e pulsioni, nominate senza vergogna: l’inutilità del celibato sacerdotale, il sapore del sesso di una donna. Su tutto e tutti vibra luminosa l’autentica registrazione di ciò che accade ogni giorno sotto i nostri occhi.
Copertina e illustrazioni interne di Fabiola Berton.

martedì 12 aprile 2022

Il romanzo di Andrea Baccassino al Fondo Verri


Fondo Verri - Presidio del libro di Lecce – Stagione 2022
VENTI SEDIE – Laboratori, incontri, presentazioni, dialoghi

Giovedì 14 aprile ’22, alle ore 19.00, al Fondo Verri, la presentazione del romanzo di esordio di Andrea Baccassino, “La caduta dell’Impero Romano” Abac edizioni. Dialoga con l’autore la giornalista Marina Greco (L’edicola del Sud).

Una storia d’amicizia e d’amore. D’amore e d’amicizia. Di formazione e di ciò che alla fine resta. Siamo a Torino (ma non solo), sono gli anni 2000, ma il futuro sembra il passato, un passato che in realtà non è reale, ma fatto di narrazioni fantastiche altomedievali o anticoromane. I protagonisti di questa storia hanno diversi nomi ma ce n’è uno che non ne ha. Perché ognuno di loro è tutti e nessuno. E nelle loro vene scorrono i topos della letteratura, da Cyrano e Rossana all’epopea di Gilgamesh, fino a “Le affinità elettive”. In un linguaggio parolibero che non teme incomprensioni, Andrea Baccassino scrive un romanzo pieno di musica. Perché sembra quasi di sentire, all’apice delle lotte, quel Cuncta stricte discussurus, in un libro che va ascoltato a tutto volume. Con una colonna sonora in cui si avvicendano i Subsonica, Peter Gabriel, Phil Collins, i Pooh ma anche un Baccassino d’antan. Che, come un cartone in cgi, è pure lui un prodotto multimediale.

Andrea Baccassino, classe 1973, salentino, dopo oltre 25 anni di carriera come cabarettista e musicista, Andrea Baccassino torna al suo primo amore, la scrittura, e tira fuori dal cassetto il suo primo romanzo. In passato ha scritto per il teatro e il cinema e ha pubblicato racconti su giornali e riviste locali e su antologie collettive per Il Poligrafo (Padova), Edizioni dell’Iride (Tricase), Besa (Nardò) e altri. Nel 2002 ha curato la traduzione in dialetto salentino di “Le avventure di Pinocchio” di Collodi.

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